Home - Dario Lussuria - Sito ufficiale

Vai ai contenuti

Menu principale:


È stato definito da vari critici in maniere diverse: il "Pasolini dell’hard", il "Bukowski degli aforismi", il "De Sade del Surrealismo". Certamente questi riferimenti ai grandi citati valgono per lui più a livello inconscio che conscio.
Ma lui, Luigi Zanuso (Dario Lussuria, Luigi Atomico), settantasettenne vicentino, rifiuta queste etichette e dice di non appartenere a nessuna scuola ed a nessun movimento, che dire d’altro di questo strano personaggio?  Prende, per la prima volta, tra le mani una telecamera nel 1994, a quasi sessant’anni, e senza alcun aiuto, travisandosi con lo pseudonimo "Luigi Atomico", sfodera subito una serie di film allucinanti, creando personaggi a dir poco assurdi e straordinari, come la misteriosa e dirompente performer che portava il nome di "Vittoria l’Atomica". Questi film vengono giudicati dalla critica e dagli appassionati  come folli ed unici nel loro genere, mentre lui, autodidatta in tutto, rifiuta gli schematismi del genere e crea attraverso una propria visione viscerale e sanguigna, ribaltando il teatro dell’assurdo e contaminandolo con il reale ed il visionario, proponendo alfine una più trasversale, e forse vera, visione del mondo.
Questi elementi vengono a contatto subito e senza mediazione alcuna con tutto ciò che razionalmente rifiutiamo ma che giace sopito nel nostro inconscio, basti pensare ad alcuni titoli di questa serie, come: "Il tritacarne", "Baccanale", "Il polipo", "Scantinati infernali", "Banchetto umano" o "Cazzo serpente",  solo per citarne alcuni dei ventiquattro girati in quel periodo.
Con questa produzione vince l’"Impulse d’oro" nel 1996, quindi nel 1999 cambiando completamente tema gira in un rudere abbandonato "Oltre il tempo" scegliendo di prendere gli "attori" in un bar delle vicinanze, e crea un film mistico, dove sogno e realtà sono sempre presenti, ma dove l’uomo tende all’assoluto e con un finale a dir poco mistico ed evocativo. Poco dopo ritorna al porno con il nuovo nome d’arte di "Dario Lussuria" e produce e dirige una nuova serie di ottantotto film se possibile ancor più deliranti e spiazzanti dei precedenti, intercalando tra essi produzioni puramente surreali come il "religioso" intitolato "Ascesi",  scegliendo sempre i propri attori tra i dilettanti che garantiscono con la loro spontaneità un effettivo legame con la realtà quotidiana.
Nel 2006 inizia a girare dei film con una propria e matura visione surrealistica, usando manichini e persone che confondono la propria identità fino a far diventare gli stessi uomini come dei manichini, mostrando assurdamente fantocci che guidano automobili o che distruggono computer ed esseri umani congelati in uno stato stuporoso ed incapaci di partecipare alle azioni dei manichini.  Queste opere fanno parte della prima trilogia che porta i titoli di: "Bagliori", "Controrealtà", "Squartamento".
Nel frattempo gira anche film porno, dove la realtà e la follia sono cosi tangibili da dare l’illusione allo spettatore di essere lui stesso protagonista del film, poi, nel 2007, inizia a scrivere degli aforismi che racchiude in tre libri dai titoli: "999 pensieri laici", "Liberi pensieri", "Pensieri di un libertino", per un totale di 1550 aforismi, e nel 2008 gira la seconda trilogia surreale formata dai seguenti titoli: "Robot umani", "La carnivora" e "Introspezioni", opere commentate dalle stupende musiche originali di Stefano Lummi e Marco Capitanio.
Nell’ultimo anno (2012/13) racchiude la sua personalissima visione della realtà e della follia umana nella produzione e il montaggio di ciò che considera e definisce il suo capolavoro, intitolandolo "Sublime e Perverso", opera degnamente commentata dalle musiche dei suddetti S. Lummi e M. Capitanio, dove per la prima volta si fondono, in un unicum indivisibile, pornografia estrema grottesca e barocca, misticismo, arte e ogni altra possibile visione delle umane follie e desideri, creando una sorta di girone infernale dove lo spettatore è condotto e trascinato tra gli estremismi dell’essere.
Vorremmo chiudere con un suo aforisma che recita:
Vi è un punto  dove il sublime e il perverso  si fondono.


 
Torna ai contenuti | Torna al menu